Il verdetto economico della Kverneland Group Academy, dopo il primo anno della sperimentazione a pieno campo nell'azienda Le Colombaie di Visano (su parcelle di oltre 1,5 ettari cadauna, ripetute due volte), è giunto puntuale dopo le elaborazioni di tutti i parametri produttivi ed economici da parte del gruppo di lavoro coordinato dal prof. Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia.
I costi e i ricavi che mettono a confronto quattro diversi percorsi agronomici sul frumento foraggero Ludwig indicano in maniera molto chiara che, se si passa dalle lavorazioni tradizionali (aratura ed erpicatura con la guida manuale, cioè senza nessun ausilio satellitare georeferenziato) alla semina diretta combinata con una minima lavorazione del terreno con l’aggiunta delle dosi variabili di seme e di concime, il reddito netto (quello che rimane in tasca all’agricoltore, tolti tutti i costi) passa da 176,82 euro/ha a 430,44 euro/ha. Questo è il dato economico conclusivo che già parla da solo, al quale però si debbono aggiungere altre considerazioni che riguardano il costo dei mezzi tecnici, gli ammortamenti delle attrezzature, il costo del lavoro e il costo del gasolio.
Riportiamo qui di seguito una sintesi dei dati elaborati dal team del prof. Frascarelli. Per leggere lo studio completo, rimandiamo alla lettura di questa pubblicazione online: “Quali vantaggi economici dall’agricoltura di precisione?“.
Ma partiamo dal dato che l’agricoltore guarda prima di ogni altro: la produzione.
a) Si conferma che è una convinzione errata che la minima lavorazione rispetto all’aratura penalizza le rese. Lo dice la maggiore produzione della parcella 4 (39,2 t/ha) rispetto a tutte le altre tre, dove è stata sempre applicata l’agricoltura tradizionale pur con diversi livelli di precisione.
b) Anche coloro che vogliono continuare con le lavorazioni tradizionali, cioè senza abbandonare l’aratro, possono avvantaggiarsi dall’applicazione dei sistemi di precisione, cioè spandiconcime e seminatrici che annullano le sovrapposizioni e che consentono di dosare in maniera variabile, in base alla mappatura del suolo, seme e concime, con un vantaggio produttivo pari a 2,2 t/ha.
c) La minor produzione della parcella 2 rispetto alla parcella 1 (34,8 t/ha contro 35,4 t/ha) indurrebbe a ritenere che la guida automatica e il controllo delle sezioni rispetto alla guida manuale non portano alcun vantaggio. Ma ecco che le mappe del suolo ci spiegano il motivo della minore resa, che è legata esclusivamente alla minore fertilità del terreno che ha ospitato la parcella 2 rispetto alla parcella 1. Lo dimostriamo nella terza parte del video in apertura di questo articolo, che mostra la concimazione a dose variabile.
a) L’analisi dei costi delle quattro parcelle a confronto ci dice che passare da uno spandiconcime gestito solo dall’occhio dell’agricoltore a uno spandiconcime che in automatico chiude le sezioni, cioè annulla le doppie distribuzioni e quelle in cappezzagna, si risparmiano circa 29 euro/ha.
b) Se si adotta il livello successivo di precisione, cioè si applicano le dosi variabili di concime, il costo dei fertilizzanti sale a 148,26 euro/ha perché si tiene conto della diversa fertilità del suolo, ma gli 8 euro in più vengono ampiamente ripagati dalla maggiore produzione.
a) L’unico passaggio effettuato dalla combinata Kverneland u-drill ha consentito di abbassare il consumo di gasolio di circa 30 euro/ha rispetto alle lavorazioni tradizionali. Anche solo questo dato dovrebbe far riflettere i nostri agricoltori, senza considerare tutti gli altri vantaggi agronomici che derivano dall’abbandono dell’aratura e delle erpicature, che sterilizzano il suolo impoverendolo nella sostanza organica e nella microfauna.
b) Anche coloro che continueranno ad arare possono trarre vantaggi dall’applicazione dei sistemi di precisione passando dal livello 1 al livello 2, con un risparmio di gasolio pari a circa 4 euro/ha.
a) Sappiamo bene che la maggior parte degli agricoltori trascura il costo del lavoro, ma questo è un errore, perché altrimenti si perde di vista uno tra i vantaggi più rilevanti della minima lavorazione. Il risparmio di ore lavorate, oltre all’impatto positivo sui conti finali, significa maggiore tempestività di intervento e quindi la possibilità di sfruttare al meglio le sempre più ristrette finestre utili di lavoro.
b) Passando dalle lavorazioni tradizionali (con più passaggi) a un unico passaggio (che non penalizza le rese), si risparmiano ben 32 euro/ha.
c) L’uso della guida automatica comporta comunque, rispetto alla guida a occhio, un risparmio di circa 3 euro/ha.
a) Passare dalle lavorazioni tradizionali alla minima combinata alla semina, porta un vantaggio in termini di minori ammortamenti mediamente pari a 28 euro/ha.
b) Il motivo risiede nel fatto che si usa una sola macchina anziché tre (aratro, erpice e seminatrice) e si abbassano le richieste di potenza del trattore.
c) Nel caso della lavorazione combinata alla semina, il costo di ammortamento del trattore è pari a 16,66 euro/ha contro i 31 euro/ha richiesti per l’ammortamento di un trattore per le arature e le erpicature.
d) In regime di aratura, il passaggio dalla guida manuale al livello più alto di precisione comporta un aumento del costo di ammortamento pari a 5,7 euro/ha, che però è ampiamente compensato da tutti gli altri vantaggi già descritti.
Come dicevamo all’inizio dell'articolo, il vantaggio economico derivante dall’applicazione della minima lavorazione abbinata alla guida automatica e alle dosi variabili è molto rilevante, cioè oltre 250 euro/ha. Ma a questo si debbono aggiungere i vantaggi di sostenibilità ambientale derivanti dall’uso di sistemi che migliorano la fertilità del suolo, che abbassano le emissioni in atmosfera e che riducono l’impatto dei concimi sull’ambiente.
Ci auguriamo che i nostri lettori, dagli agricoltori e i contoterzisti agli agronomi, guardino con la giusta attenzione questi dati che, a nostro avviso, debbono costituire la premessa indispensabile sulla quale impostare il cambio di passo agronomico e tecnologico necessario per una gestione della nostra terra, che porti a un ritorno economico per l’imprenditore.
Per approfondire i risultati scientifici della Kverneland Group Academy, leggi la pubblicazione "Quali vantaggi economici per l'agricoltura di precisione?"